Benessere
Dieta-non-dieta:
l’alimentazione intuitiva
di chi si conosce
In una realtà che più social non si può, lo smartphone da accessorio diventa nuova appendice del nostro corpo e, senza farci troppo caso, ogni momento diventa quello buono per scorrere il dito sul display del nostro dispositivo. Paesaggi mozzafiato, sport estremi, scenette divertenti, ma soprattutto immagini di uomini e donne con fisici scolpiti nel marmo, disegnati senza la più piccola sbavatura, tanto da lasciarci lì incantati, ammirati da tanta bellezza e a riflettere sulla seguente domanda: ma come fanno ad essere così perfetti?
Tanto sport e tanti tanti sacrifici a tavola!
Ammetto, forse un po’ perché la perfezione annoia, forse perché non amo troppo la parola sacrificio, io preferisco forme più naturali, più vicine a sembianze umane che di divinità elleniche!
Ciò non esclude che star bene con se stessi e il proprio corpo, se non sacrificio, richieda almeno “attenzione” alle proprie abitudini, dall’attività fisica all’alimentazione.
Dimentica le classiche diete: scelte consapevoli e senza rinunce per il benessere a tavola
Siamo stati abituati a pensare che un corretto regime alimentare corrisponda necessariamente a una dieta ferrea, fatta solo di privazioni, di cibi suddivisi in modo categorico in “questo posso” e “questo assolutamente non posso mangiarlo”, e che tutto si limiti al concetto di caloria.
Non è così, nutrirsi correttamente significa apportare all’organismo le sostanze di cui ha bisogno (macro e micronutrienti) nelle giuste quantità e proporzioni, privilegiando cibi di qualità ma senza rinunciare al piacere di mangiare.
Quindi nessun timore, scegliere il benessere a tavola non si dovrà tradurre in pasti tristi e privi gusto, al contrario la spesa dovrà puntare su colori, profumi e sapori di stagione, prodotti preferibilmente freschi, privilegiando coltivazioni biologiche, farine integrali, di cereali o di legumi, anche gluten free se vogliamo, evitando il consumo eccessivo di carni, cibi industriali troppo ricchi di sale, zuccheri e burro, che creano vera e propria dipendenza.
Curiosando tra gli scaffali del supermercato, mi sono imbattuta nei prodotti Felicia, che propongono un’ampia gamma di sapori. Da amante dei cereali mi sono lasciata tentare dalla pasta con avena integrale bio. Già, ho scritto proprio la parola “pasta”! Perché al contrario del pensiero comune, un piatto di pasta di qualità appaga non solo il senso di fame, ma anche il palato, e nel caso della pasta Felicia con avena integrale bio, fornisce il giusto apporto di ferro utile contro stanchezza e affaticamento; di fibre, fondamentali per il regolare transito intestinale e di carboidrati a basso indice glicemico che mantengono più a lungo il senso di sazietà.
A tavola non basta riempirsi la pancia
Mangiare non deve ridursi all’unico scopo di riempirti. Rischieresti altrimenti di non essere soddisfatta, Per tale ragione il cibo deve essere anche un’esperienza di piacere. Non esistono infatti cibi che “assolutamente non posso mangiare”; è bene però assumerli in modo consapevole e controllato, prendendo il giusto tempo per i pasti, da consumare lentamente e masticando per bene; questo aiuterà a renderli meglio digeribili e a sentirti sazia prima.
Ho realmente fame o è solo appetito? Conoscersi per nutrirsi
Spesso, alla fame si accompagna l’appetito, una condizione mentale per cui si mangia non per necessità ma per sfizio, solo perché in quel momento un determinato sapore ci alletta particolarmente: non è vietato soddisfare l’appetito, purché non diventi la regola.
A proposito di regole è bene ricordare che un adeguato regime alimentare non può essere standardizzato né basato su indicazioni eccessivamente rigide; deve adattarsi invece alle tue esigenze, tenendo conto delle tue abitudini e dei tuoi gusti.
Diete poco flessibili spesso risultano impraticabili a lungo termine perché talvolta monotone, poco appaganti, difficili da seguire, al punto da generare un senso di frustrazione che ne causa l’abbandono.
Un approccio più funzionale al benessere a tavola è quello di liberarsi dall’idea di regime alimentare costrittivo, si deve mangiare quando si ha veramente fame (non appetito!) e fermarsi quando si è sazi, consumando pasti possibilmente sani. L’impulso della sazietà arriva al cervello dopo circa 20 minuti dall’inizio del pasto; è infatti utile mangiare piano, assaporando con la giusta calma, in modo da percepire correttamente il senso di sazietà.
Sarebbe bene smettere di mangiare quando si è sazi, ma talvolta per abitudine o per non lasciare il cibo nel piatto, o perché trascinati dalla compagnia, si tende ad eccedere. Non lasciarti mangiare dai sensi di colpa, può capitare! Fissati un obiettivo: la prossima volta presterai più attenzione ai segnali del tuo corpo.
Basta con la fame emotiva
Può succedere che quando sei triste o arrabbiata perdi del tutto l’appetito, o al contrario ti consoli abbuffandoti.
Mangiare non risolve i problemi, prova a non identificare gli alimenti come veicolo per lenire o esaltare le emozioni, ti aiuterà a evitare eccessi dannosi.
Più piacere e meno sensi di colpa
Concediti ogni tanto ciò che davvero ti regala pieno appagamento sensoriale, anche gli alimenti ritenuti meno funzionali sono essenziali al benessere. Che siano dolci o salati poco importa, purché, ascoltando i segnali del tuo corpo, impari a riconoscere il momento di fermarti. Vivrai così il cibo con più piacere, consapevolezza e meno sensi di colpa.
Un consiglio in più? Non dimenticare di praticare attività fisica compatibilmente con lo stato di salute: uscire all’aria aperta o fare un tuffo in piscina ti distrarrà dagli stimoli superflui e ti aiuterà a sentirti meglio e più in sintonia con il tuo corpo, con buona pace degli influencer sui social.
Mariangela Rucco
Nel 2013 ha conseguito la laurea in “Biologia applicata alle scienze della Nutrizione” presso l’Università degli Studi di Milano, perfezionando gli studi presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, dedicandosi alla Nutrizione applicata agli ambiti di Diabetologia, Endocrinologia, Chirurgia bariatrica, Pediatria, Ginecologia e Neurologia.
Specializzata in Nutrizione Dermatologica e Tricologica, attualmente sta approfondendo le sue conoscenze in Nutrizione applicata alla Riabilitazione e alla Attività Sportiva Agonistica.
Dieta-non-dieta:
l’alimentazione intuitiva di chi si conosce
In una realtà che più social non si può, lo smartphone da accessorio diventa nuova appendice del nostro corpo e, senza farci troppo caso, ogni momento diventa quello buono per scorrere il dito sul display del nostro dispositivo. Paesaggi mozzafiato, sport estremi, scenette divertenti, ma soprattutto immagini di uomini e donne con fisici scolpiti nel marmo, disegnati senza la più piccola sbavatura, tanto da lasciarci lì incantati, ammirati da tanta bellezza e a riflettere sulla seguente domanda: ma come fanno ad essere così perfetti?
Tanto sport e tanti tanti sacrifici a tavola!
Ammetto, forse un po’ perché la perfezione annoia, forse perché non amo troppo la parola sacrificio, io preferisco forme più naturali, più vicine a sembianze umane che di divinità elleniche!
Ciò non esclude che star bene con se stessi e il proprio corpo, se non sacrificio, richieda almeno “attenzione” alle proprie abitudini, dall’attività fisica all’alimentazione.
Dimentica le classiche diete: scelte consapevoli e senza rinunce per il benessere a tavola
Siamo stati abituati a pensare che un corretto regime alimentare corrisponda necessariamente a una dieta ferrea, fatta solo di privazioni, di cibi suddivisi in modo categorico in “questo posso” e “questo assolutamente non posso mangiarlo”, e che tutto si limiti al concetto di caloria.
Non è così, nutrirsi correttamente significa apportare all’organismo le sostanze di cui ha bisogno (macro e micronutrienti) nelle giuste quantità e proporzioni, privilegiando cibi di qualità ma senza rinunciare al piacere di mangiare.
Quindi nessun timore, scegliere il benessere a tavola non si dovrà tradurre in pasti tristi e privi gusto, al contrario la spesa dovrà puntare su colori, profumi e sapori di stagione, prodotti preferibilmente freschi, privilegiando coltivazioni biologiche, farine integrali, di cereali o di legumi, anche gluten free se vogliamo, evitando il consumo eccessivo di carni, cibi industriali troppo ricchi di sale, zuccheri e burro, che creano vera e propria dipendenza.
Curiosando tra gli scaffali del supermercato, mi sono imbattuta nei prodotti Felicia, che propongono un’ampia gamma di sapori. Da amante dei cereali mi sono lasciata tentare dalla pasta con avena integrale bio. Già, ho scritto proprio la parola “pasta”! Perché al contrario del pensiero comune, un piatto di pasta di qualità appaga non solo il senso di fame, ma anche il palato, e nel caso della pasta Felicia con avena integrale bio, fornisce il giusto apporto di ferro utile contro stanchezza e affaticamento; di fibre, fondamentali per il regolare transito intestinale e di carboidrati a basso indice glicemico che mantengono più a lungo il senso di sazietà.
A tavola non basta riempirsi la pancia
Mangiare non deve ridursi all’unico scopo di riempirti. Rischieresti altrimenti di non essere soddisfatta, Per tale ragione il cibo deve essere anche un’esperienza di piacere. Non esistono infatti cibi che “assolutamente non posso mangiare”; è bene però assumerli in modo consapevole e controllato, prendendo il giusto tempo per i pasti, da consumare lentamente e masticando per bene; questo aiuterà a renderli meglio digeribili e a sentirti sazia prima.
Ho realmente fame o è solo appetito? Conoscersi per nutrirsi
Spesso, alla fame si accompagna l’appetito, una condizione mentale per cui si mangia non per necessità ma per sfizio, solo perché in quel momento un determinato sapore ci alletta particolarmente: non è vietato soddisfare l’appetito, purché non diventi la regola.
A proposito di regole è bene ricordare che un adeguato regime alimentare non può essere standardizzato né basato su indicazioni eccessivamente rigide; deve adattarsi invece alle tue esigenze, tenendo conto delle tue abitudini e dei tuoi gusti.
Diete poco flessibili spesso risultano impraticabili a lungo termine perché talvolta monotone, poco appaganti, difficili da seguire, al punto da generare un senso di frustrazione che ne causa l’abbandono.
Un approccio più funzionale al benessere a tavola è quello di liberarsi dall’idea di regime alimentare costrittivo, si deve mangiare quando si ha veramente fame (non appetito!) e fermarsi quando si è sazi, consumando pasti possibilmente sani. L’impulso della sazietà arriva al cervello dopo circa 20 minuti dall’inizio del pasto; è infatti utile mangiare piano, assaporando con la giusta calma, in modo da percepire correttamente il senso di sazietà.
Sarebbe bene smettere di mangiare quando si è sazi, ma talvolta per abitudine o per non lasciare il cibo nel piatto, o perché trascinati dalla compagnia, si tende ad eccedere. Non lasciarti mangiare dai sensi di colpa, può capitare! Fissati un obiettivo: la prossima volta presterai più attenzione ai segnali del tuo corpo.
Basta con la fame emotiva
Può succedere che quando sei triste o arrabbiata perdi del tutto l’appetito, o al contrario ti consoli abbuffandoti.
Mangiare non risolve i problemi, prova a non identificare gli alimenti come veicolo per lenire o esaltare le emozioni, ti aiuterà a evitare eccessi dannosi.
Più piacere e meno sensi di colpa
Concediti ogni tanto ciò che davvero ti regala pieno appagamento sensoriale, anche gli alimenti ritenuti meno funzionali sono essenziali al benessere. Che siano dolci o salati poco importa, purché, ascoltando i segnali del tuo corpo, impari a riconoscere il momento di fermarti. Vivrai così il cibo con più piacere, consapevolezza e meno sensi di colpa.
Un consiglio in più? Non dimenticare di praticare attività fisica compatibilmente con lo stato di salute: uscire all’aria aperta o fare un tuffo in piscina ti distrarrà dagli stimoli superflui e ti aiuterà a sentirti meglio e più in sintonia con il tuo corpo, con buona pace degli influencer sui social.
Mariangela Rucco
Nel 2013 ha conseguito la laurea in “Biologia applicata alle scienze della Nutrizione” presso l’Università degli Studi di Milano, perfezionando gli studi presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, dedicandosi alla Nutrizione applicata agli ambiti di Diabetologia, Endocrinologia, Chirurgia bariatrica, Pediatria, Ginecologia e Neurologia.
Specializzata in Nutrizione Dermatologica e Tricologica, attualmente sta approfondendo le sue conoscenze in Nutrizione applicata alla Riabilitazione e alla Attività Sportiva Agonistica.